Certame letterario dedicato a Carlo Michelstaedter

 

 

Certame letterario "per seguir virtute e canoscenza"


"Il sentimento della natura fra

Simbolismo ed Espressionismo

nella poesia di Carlo Michelstaedter"


 Autoritratto di Carlo Michelstaedter

 


L'ITAS-ISA "G.D'Annunzio" si fa promotore di un'iniziativa culturale volta a riproporre all'attenzione degli studenti, anno dopo anno, i maggiori ingegni della nostra terra, che nella loro opera hanno espresso e manifestato un pensiero sentito e riconosciuto come significativamente nostro e perciò contemporaneo ed attuale. Il verso dantesco vuole sottolineare come sia necessario appellarsi sempre alle più alte qualità e possibilità dell'uomo, e come noi, manifestando la stessa passione, dobbiamo confrontarci con il segno che hanno lasciato coloro che ci hanno preceduto su quella via. Per la prima edizione – Anno Scolastico 2008-2009 – è stato scelto Carlo Michelstaedter, il giovane intellettuale goriziano la cui figura e la cui opera sono testimonianze tra le più acute e drammatiche della crisi dell'uomo novecentesco.

 

 


Regolamento


1. Il certame letterario “per seguir virtute e canoscenza”  dedicato al pensiero e all’opera poetica di   Carlo Michelstaedter, per la prima edizione (Anno Scolastico 2008-2009) e intitolato : “Il sentimento della natura fra Simbolismo ed Espressionismo nella poesia di Carlo Michelstaedter”, è riservato alle classi IV e V degli Istituti d’ Istruzione Superiore della città e provincia.
2.

 Agli studenti e alle classi che partecipano si chiede:

a) di realizzare un elaborato scritto contenente una riflessione critica ed estetica derivante dalla lettura, comprensione,interpretazione e commento dei testi poetici indicati e, possibilmente, una citazione che riveli come la lirica michelstaedteriana sia strettamente imparentata con le voci più alte d'inizio Novecento.

b) di realizzare un’opera grafica, pittorica o plastica derivata dalla lettura e meditazione delle liriche di Carlo Michelstaedter, che rappresenti e simboleggi, come espressione della crisi attuale, la percezione di quella dell’ uomo novecentesco, intuita ed espressa dalle poesie indicate.

3. La scadenza per la presentazione della scheda di adesione è fissata entro e non oltre il 15 Marzo 2009. La presentazione e consegna alla Giuria delle opere concorrenti è fissata entro e non oltre il 18 Aprile 2009.
4. La Giuria si riserva la pubblicazione degli elaborati scritti o l’ espressione delle opere grafiche, pittoriche e plastiche partecipanti giudicate degne di menzione.
5. Le opere non saranno restituite.
6. Alle scuole partecipanti verrà data formale comunicazione del responso della Giuria.
7. Il giudizio della Giuria, composta da personalità della cultura, del giornalismo e del mondo della scuola, è irrevocabile.
8.  La proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi avrà luogo nella mattinata di sabato 30 Maggio 2009.

 

 Ecco il modulo di partecipazione.

 

 

Premi


La dotazione del certame letterario  “per seguir virtute e conoscenza” dedicato alla figura e all’ opera poetica di Carlo Michestaedter, intitolato “Il sentimento della natura fra Simbolismo ed Espressionismo nella poesia di Carlo Michelstaedter” consiste in borse di studio e volumi pregiati relativi alla storia,cultura,tradizioni della nostra provincia, e prevede un I° premio di euro 150,00 per l’elaborato scritto; un I° premio di euro 150,00 per l’opera grafica, pittorica o plastica; un II° premio di euro 100,00 per l’elaborato scritto; un II° premio di euro 100,00 per l’opera grafica, pittorica o plastica; un premio di libri e pubblicazioni pregiate per i terzi classificati di entrambe le categorie.

 


Nota Accompagnatoria:

Le prime espressioni poetiche di C.M. appartengono all'estate del 1905. Con tre brevi strofe egli saluta e si congeda dai suoi compagni di liceo, nell'atto di iniziare, a Vienna, l'esperienza universitaria. Versi indubbiamente "scolastici" ma rivelatori di un'interiorità inquieta, piena di curiosità e desideri, animata da un vitalismo che suggerisce un'eco nietzschiana e d'annunziana.

Nei tre anni successivi M. giunge a definire una visione della realtà e del mondo sulla quale "edificherà" l’opera sua più nota: “La persuasione e la rettorica''.

Nell'autunno di quello stesso 1905 ottiene dal padre di poter trascorrere qualche tempo a Firenze. E qui finirà per dimorare a lungo, rinunciando agli studi matematici, scegliendo la Facoltà di Lettere.

Nella città toscana egli vive mesi intensi; scrive alla sorella di "lavoro e svolgimento interno" pieno e fertile, capace di produrre "un contributo di vita forte, di vita intensamente vissuta". L'ebbrezza di questo periodo fiorentino viene espressa molto bene in un'altra lettera del mese di Febbraio, nella quale M. riferisce di aver vegliato, assieme ad altri studenti, la salma di Giosuè Carducci: "Eravamo soli in quella cella semiscura, al cospetto di quella faccia poderosa, soli con la salma di Carducci! Di fuori splendeva la luna sopra il deserto di neve e non si udiva alcun rumore. Allora sentii più fi)rte il senso di affetto per lui, ma al di fuori, al di sopra della vita, sentii come un senso di risurrezione, mentre mi pareva di purificarmi tutto ".

Contemporaneamente egli, accanto allo sviluppo, approfondimento e definizione del suo pensiero, veniva dettando le linee della sua estetica; anche attraverso uno stile sostenuto da frequenti metafore e simboli che richiamano le voci e l'esperienza poetica e figurativa dell'Espressionismo. Sono molto interessanti gli appunti dedicati a questo problema, redatti tra il 1909 e il 1910. "Chi vuole la vita veramente", scrive M. in un frammento, "rifiuta di vivere in rapporto a quelle cose che furono la vana gioia e il vano dolore degli altri - e non accontentandosi d'alcun possesso illusorio chiede il vero possesso, così che in lui prende forma e si rivela il muto e oscuro dolore di tutte le cose". In questo rivelarsi del dolore, dunque, in questo manifestarsi della verità dell'esistenza, ci è dato scorgere le radici profonde dell'arte. L'artista autentico ha un compito preciso: egli deve essere "uno specchio d'acqua che riflette ", e così riflettendo comunica agli altri uomini le parole della "salute ", cioè indirizza gli altri sulla via della verità. E non meno importanti sono gli sforzi volti a precisare l'idea di un linguaggio che sappia rompere con una tradizione guasta e morta, e rendere, nella sua totale chiarezza, il dato cognitivo - esistenziale che esige di essere comunicato. A M. va riconosciuto il merito di aver saputo recuperare alcune tecniche proprie del Simbolismo - di quello particolare d'ambito centroeuropeo - che lo rendevano capace di esprimersi senza alcun compiacimento estetizzante, senza il peso soverchio di quelle estenuate finezze, così care ai decadenti; un simbolismo volto a rivelare chiaramente il dato cognitivo - esistenziale altrimenti incomunicabile. Si pensi, ad esempio, al significato, nelle sue liriche, di termini quali nebbia, pioggia, terra, cielo, vento, campi, città, termini tutti ricchissimi di risonanze in altre voci poetiche (Trakl, Rilke) e che suggeriscono e fanno echeggiare il senso di disfatta di ogni superstite speranza e illusione di rinnovamento e libertà. E si pensi, ancora, ad un'altra idea - immagine importantissima nel pensiero e nella poesia di M.: il vento, che ritorna frequentemente nel suo dettato poetico fino, poco prima della morte, nella poesia "All'Isonzo". Ma è anche notabile la scelta di M., ad introdurre i versi di "Aprile", di riportare una terzina petrarchesca, tratta dal "Trionfo del Tempo", quasi a voler volgere il lettore ad una comprensione certa e corretta del componimento: una dolente meditazione sulla vanità del tentativo di trascendere la contingenza "delle cose che hanno vita", e dell'ineluttabile destino di partecipare "all 'indifferente tramutar del tutto".

La percezione sempre più angosciata del limite non superabile, della spessa nebbia che nessun vento può mai dissipare diventa un tema quasi ossessivo nei versi scritti fra primavera ed estate del 1910. In essi si riconosce certo quel male oscuro nel quale M., nell'ultimo periodo della sua breve esistenza, si dibatteva. Anche per questo aspetto la voce di C.M. si offre a noi come singolarmente moderna e attuale, capace di chiarire senza mistificazioni e veli la condizione angosciata di solitudine, di smarrimenti e di crisi esistenziali dell'uomo novecentesco.

                                                                                                                           prof. Piero Marangon

 

 

Ecco alcune poesie (in formato PDF): nostalgia, marzo, aprile, giugno, dicembre, risveglio.

 

 

Di seguito alcune autorevoli riflessioni di studiosi che si sono occupati del pensiero e delle opere di Carlo Michelstaedter

 

Dire che il pensiero e la poesia di Carlo Michelstaedter sono l’espressione di una Gorizia che, agli inizi del secolo scorso, dava il meglio di sé nella cultura e nelle arti, è certamente vero per la storia. Ma andrebbe subito aggiunto che la sua opera continua a spingerci oltre a questa (sia pur bella, diciamolo pure) verità. Come avevano osservato gli antichi, se la poesia in generale non ama considerarsi simile alla filosofia, le si affianca almeno in un punto: il suo sguardo, puntato su realtà o fantasmi che l’uomo avverte come vicini al suo sentire, fa vela verso l’universale. Poesia e filosofia, per quanto siano pensate come radicate in un suolo, in un certo senso non possono avere luogo; né il loro tempo può coincidere con quello segnato dalle tante storie o micro-storie nelle quali pulsa la nostra memoria. Questo vale sicuramente anche per la filosofia della persuasione e per le immagini poetiche con le quali Michelstaedter – il nostro Carlo, come finirà per chiamarlo chi ha attraversato il suo intenso Epistolario – l’ha accompagnata: dall’aspro, “puro” San Valentin alle “nevose gole” e ai “torbidi monti” che accompagnano la discesa dell’Isonzo, alle irriverenze di un marzo ventoso, al desiderio di raggiungere, oltre l’orizzonte, il mare senza fine. Icone di  una natura penetrata da silenzi che parlano al cuore di un goriziano; ma anche frammenti di una tensione etica ed esistenziale che ci raggiungono di là dall’acerbità della parola, grazie alla sua forza di penetrazione, alla sua sincerità nel tradurre l’insoddisfazione per i falsi miti di una retorica con la quale, oggi più di ieri, ci troviamo a fare i conti. Come Michelstaedter sapeva, sarebbe illusorio pensare che un giorno riusciremo a sbarazzarcene. Ma forse un buon modo per non rassegnarsi può consistere ancora nel fare guerra alle parole con le parole: con quelle altre parole, più limpide e taglienti, anche se spesso più scomode, che poesia e filosofia non hanno mai smesso di rilanciare.                  

                                                               Alessandro Arbo (docente dell'Università di Strasburgo)

 

Carlo Michelstaedter esprime il suo grande entusiasmo di vivere e la sua disperata ricerca di verità nelle liriche, in cui è evidente il potere evocativo della parola e la capacità di interpretare la natura come teatro dei propri conflitti personali. Prendendo spunto dall'impeto delle acque dell'Isonzo o dalle sferzate della bora, dal contrasto tra nebbia e vento l'autore giunge ad esprimere i propri turbamenti interiori, che mutano e si alternano come l'avvicendarsi dei mesi e delle stagioni, del giorno e della notte.

                                                                Francesca Marri (critico d'arte)

 

 

 

 

 

 

Bibliografia:


Si può consultare l' opera omnia di C. M. nel "Fondo Michelstaedter", presso la Biblioteca Civica Biblioteca Statale Isontina, via Morelli, Gorizia.

E presso il "Museo Michelstaedter" - Sinagoga di Gorizia, via Ascoli.  

 

Bibliografia essenziale

 

B. Maier, C.M., voce in: -“Dizionario hiogrufìco degli autori”, Milano, 1957, vol. II, pag. 738.

G. Chiavacci, C.M., voce in “Enciclopedia.fìlosofìca”, Venezia-Roma, 1957.

B. Marin, " La voce della tomba muta", in " Gorizia città mutilata", Gorizia, 1956, e " Ricordo di C.M.", in "Inediti triestini" (scritti inediti di autori giuliani viventi, dedicati ad artisti giuliani del passato). Trieste, 1956, pagg. 51-54, ora in "Studi Goriziani", 1962, vol. XXXII, pagg. 101-107.

A. Luzzatto, "C.M. e l'arte" in "Italia letteraria", luglio 1936.

V. Arangio Ruiz, " Dichiarazione, in M. poesie 1910", in —“Conoscenza e moralità”, Città di Castello, 1922.

A. Savini, " Poesia dal volo nero", in —“La fiera letteraria”, VII, 1950, 13 luglio.

Vl. Costanzo, Michelstaedter, in Corazzini. Michelstaedter, Campana note critiche, Roma, 1955

V. L. Alfieri. Michelstaedter poeta, in "Letterature moderne", XII, (1962), pagg. 133-147.

A. Piromalli." La poesia di Carlo Michelstaedter", in "Rassegna di cultura e vita scolastica", XXI, 1967. 1

pagg. 13-14.

C.Salinari, " Miti e coscienza del Decadentismo italiano", Milano, 1960, pag. 274.